Smart Working con Gea.Net

In questi giorni siamo tutti in apprensione per la rapida diffusione del Coronavirus e cerchiamo di essere più responsabili verso gli altri e verso noi stessi.
Ci sono attività limitate delle ordinanze e altre dal buonsenso. Piaccia o no con queste regole ci dovremo convivere per almeno un paio di anni.

Cloud e telelavoro

Le aziende stanno affidandosi allo smart working per garantire continuità anche futura dal momento che l’infezione di più collaboratori potrebbe portare al blocco operativo aziendale per settimane.
E’ vero che ci sono attività che possono essere fatte solamente in ufficio ma riducendo la presenza di personale del 60% si può essere pressochè certi di scongiurare una miniepidemia locale.
In pratica si tratta di riorganizzare alcuni processi aziendali che vanno dall’ottimizzare le risorse a pianificare una presenza alternata di personale senza intaccare l’operatività.
Ora molte piccole aziende non sono abituate a questa condizione di lavoro dinamico ma per quella che è la mia esperienza molto dipende da un retaggio culturale abbastanza diffuso più che dalle reali esigenze di presenza on site.
Da adesso saranno obbligate a fare uno scatto in avanti, a rivedere abitudini che pensavano essere immodificabili, a riorganizzarsi.

Ancora una volta una situazione difficile può essere lo stimolo per ripensare la nostra società. Io credo che ci siano momenti che fanno evolvere una società e questo è uno di quelli.
Se tutto va come credo alla fine avremo più tempo libero, meno traffico, minore inquinamento e, dulcis in fundo, saremo anche estremamente più produttivi.

E’ sempre stato così

Se ripensiamo al modo di lavorare negli uffici degli anni novanta, all’avvento del PC che sembrava avere cannibalizzato i grandi mainframe, ai primi anni di Internet, ai modem a 14400 bps, ci rendiamo conto che il mondo dell’informatica si è reinventato più volte.
Negli anni la mia professione mi ha portato a seguire diversi processi evolutivi in tal senso, sia in piccole realtà che in grandi multinazionali.

Tutte le volte la storia è simile. All’inizio ci si sente disorientati, bisogna digerire le novità e perdere le vecchie abitudini. Poi si passa alla fase in cui sembra che nulla possa funzionare, le persone si sentono inadeguate e vorrebbero tornare indietro. Alla fine, un giorno, per magia, tutto va al proprio posto.

Noi ci siamo

Gea.Net in configurazione cloud è disponibile da anni. Gli utenti che già la utilizzano non sono più del 15% del totale ma non riscontrano inconvenienti e praticamente nessuno ha mai richiesto di tornare ad una soluzione locale, anche se sarebbe possibile farlo in qualunque momento.
In verità fino ad ora ci si avvicinava a questa soluzione per ridurre i costi ma ora più che mai potrebbe diventare una necessità lavorare da sedi ed in orari diversi, casa propria o luogo di vacanza che sia.
Il maggior costo annuale rispetto ad una soluzione in rete locale ? L’equivalente di un paio di mascherine acquistate su Amazon !

Per provare Gea.Net in cloud scaricalo da http://www.geanetweb.com/Download.htm e segui le istruzioni riportate nell’articolo https://fabrizioborghi2.wordpress.com/2015/05/19/provare-gea-net-in-cloud/

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Dichiarazione d’intenti sulle fatture elettroniche

Dal 1 Gennaio 2020 è diventato obbligatorio comunicare il protocollo della dichiarazione d’intenti per le fatture elettroniche in esenzione IVA dirette agli esportatori.
Al momento non è previsto nell’xml uno specifico blocco in cui indicare il numero protocollo (codice di 17+6 caratteri) e le sole indicazioni dell’AdE sono di riportarlo nel tag <Causale> del blocco <DatiGenerali> oppure sulle righe del documento, cosa peraltro molto scomoda in caso di diverse righe.
In pratica si tratta di un dato per cui non è previsto controllo massivo o incrocio con altre banche dati e il file generato da Gea.Net o da altri gestionali sarebbe accettato anche qualora questo dato mancasse.
Tuttavia affinchè la E-Fattura sia formalmente corretta, il protocollo dovrebbe essere riportato.

Se si utilizza Gea.Net Pro, il modo più semplice e veloce per adempiere a questo obbligo è quello di indicare questa informazione nella cella “Note Automatiche su fatture” della scheda cliente.
Così facendo, al momento in cui viene generata la fattura, il protocollo verrà riportato nella cella “Note” della testata fattura e conseguentemente verrà popolato il suddetto blocco <Causale> della fattura elettronica.
In pratica l’operatore non dovrà ricordare di fare operazioni particolari perchè il dato verrà riportato in automatico.
Si ricorda che allo stesso modo possono essere gestite molte altre situazioni che obbligano il mittente ad una comunicazione formale sulla fattura elettronica.
E’ il caso, ad esempio, di comunicazioni relative alla scissione dei pagamenti, alla “Non Imponibilità” per i forfettari e, più in generale, a tutte quelle comunicazioni che nel periodo “cartaceo” venivano solitamente riportate nelle note e stampate a piede fattura.

Alla fine non è cambiato granchè.