Come nasce il nome Gea.Net ?

Molti utenti hanno chiesto come nasce il nome Gea.Net. Vediamo di approfondire questa piccola curiosità.

Il prefisso GEA è un acronimo di GEstione Aziendale.
Come saprete le origini del gestionale risalgono alla fine del secolo scorso (Gea95, Gea98, Gea2002, Gea2004) e in quegli anni si usava molto battezzare i software attingendo dai nomi della mitologia. E GEA è anche il nome della dea primordiale, la Terra, madre di tutte le altre divinità.
In una trasposizione più terra terra, Gea voleva essere il software gestionale basico e standardizzato da cui derivare software personalizzati, per uso proprio o per la distribuzione a diverse aziende utenti.
Infatti in un primo periodo, gli accordi con i partner prevedevano che i software derivati e distribuiti localmente avessero nomi di dei greci discendenti da Gea.
Poi per motivi commerciali dei diversi distributori, questa usanza si è persa.

Di conseguenza diventa chiaro anche il motivo per cui il logo delle varie versioni è sempre rappresentato da un planisfero. Nelle prime versioni era la Pangea, in quelle attuali la disposizione dei continenti è quella che conosciamo.

Nel 2005 è stato aggiunto il suffisso .Net come tratto distintivo e punto di demarcazione tra due sistemi completamente diversi.
Infatti fino al 2004 il linguaggio era Visual Basic il cui sviluppo sarebbe stato abbandonato da Microsoft da lì a poco in favore della piattaforma .Net nata nel 2002.
Nel giro di un paio d’anni il gestionale fu completamente riscritto.

I marchi registrati Gea e Gea.Net rappresentano quindi due piattaforme diverse a tutti gli effetti seppur abbiano nomi simili per ricordarne la genealogia.

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Rilascio dei sorgenti, si cambia

Ridefinita completamente la politica distributiva dei sorgenti di Gea.Net Pro, Basic e Web.
Le novità principali riguardano l’estensione dei servizi associati alla distribuzione dei codici sorgenti dei software in oggetto.

Con l’eccezione di Gea.Net Basic il cui supporto tecnico rimane di un mese, l’assistenza è stata estesa a 2 mesi (Pro) e 3 mesi (Web), tempi normalmente richiesti per permettere agli sviluppatori di adeguare i codici standard ad un software personalizzato (rimarchiatura e interventi preliminari).
Nella maggior parte dei casi questo periodo è sufficiente per rilasciare sul mercato un nuovo software anche molto diverso da Gea.Net. Ma anche se i tempi necessari fossero maggiori, dopo questo tempo gli sviluppatori si possono considerare completamente formati ed autonomi nelle scelte.
Inoltre per tutta la durata del servizio è possibile scalare verso l’assistenza pluriennale recuperando l’intero importo pagato.

Le seconda novità è l’inserimento nel pacchetto dei servizi di una formazione iniziale di almeno 4 ore (8 per Gea.Net Web) che è il tempo minimo richiesto per potere fare una panoramica sulla struttura del progetto.
Fino ad ora la formazione era facoltativa ma personalmente ho riscontrato una notevole differenza di produttività tra chi era formato e chi non lo era. Sia detto per completezza che ritengo che le ore di formazione incluse siano il minimo indispensabile e non sarebbe male prevederne di più, ma questa rimane una scelta dello sviluppatore che potrà decidere di integrarle in qualunque momento.

Ma sicuramente la novità che sarà maggiormente apprezzata è la possibilità di richiedere l’ultima versione disponibile sia di Gea.Net Pro che di Gea.Net Web.
Fino ad ora la versione più recente veniva rilasciata solo ai partner con assistenza pluriennale ma il rapido adeguamento normativo degli ultimi anni, spesso rendeva obsoleta anche la versione appena precedente, alle volte vecchia solo di pochi mesi.
Però anche in questo caso mi sia permesso un piccolo inciso. Soprattutto per quanto riguarda Gea.Net Pro, la differenza tra i soli "Sorgenti + servizi base" e l’assistenza pluriennale PRO2 è di 1.200 Euro, ma anche senza voler considerare gli altri benefit, la seconda include 4 ore di formazione in più, 22 mesi di assistenza in più e soprattutto gli aggiornamenti dei sorgenti per due anni.
Visto la continua evoluzione delle regole fiscali che si stanno susseguendo negli ultimi tempi, quest’ultima da sola vale ampiamente la differenza di costo.

Creare in pochi secondi una app Gea.Net per Android

Trasformare Gea.Net Web in una App Android è un’operazione molto semplice, veramente alla portata di tutti.
L’unica cosa che ci serve è Hermit, una app gratuita scaricabile da Google Play Store che permette di reinterpretare il contenuto di un sito web trasformandolo in una vera e propria app. Tra le altre cose Hermit include anche la configurazione per i social più usati ma non è lo scopo di questo articolo.
Non mi dilungo a parlare di Hermit perchè sulla rete si possono trovare tutte le informazioni necessarie. Consiglio a chi non lo conosce già di accedere a YouTube cercando "Hermit Android" o similari. Verranno proposti diversi tutorial che spiegano come creare una app partendo da un URL.

In pratica l’unica informazione necessaria per creare la nostra nuova app è l’URL (nel nostro caso "http://www.geanetweb.com/default.aspx") il cui inserimento viene richiesto appena si procede alla creazione, mentre il nome e il logo possono essere modificate a discrezione dell’utente.
Una volta creata la app suggerisco di fare tap sui tre puntini e selezionare "Aggiungi alla schermata Home" per avere un link diretto senza dovere aprire Hermit tutte le volte. Per rendere l’esperienza d’uso in tutto simile ad una vera app è bene anche accedere alle Impostazioni e selezionare "Schermo Intero" e "Senza Cornice".
Il risultato che si ottiene è il seguente :

HERMIT

Purtroppo anche l’operazione più semplice svolta all’interno di un gestionale (si pensi ad un ordine o ad una fattura) necessita di tutta una serie di informazioni che poco si addice a schermi di ridotte dimensioni e forse questo è il vero motivo per cui non si è mai sviluppato un mercato riservato esclusivamente ai nuovi devices, il cui uso è sempre visto come di supporto a soluzioni "in office".
Tuttavia Gea.Net Web è responsivo e si adatta egregiamente anche a schermi di 5 pollici pur se l’utilizzo ottimale lo si ottiene su un tablet o su un PC che rappresenta il suo ambiente nativo. Lo scotto che da pagare sugli schermi più piccoli è la necessità di fare un po’ di scroll nelle funzioni di gestione delle schede.

Altro vantaggio non irrilevante di questa soluzione è la possibilità di avere una interfaccia identica anche se ci si sposta su smartphone/tablet con Windows o iOS, per i quali Hermit al momento non è disponibile ma dove è pur sempre possibile sfruttare il browser integrato.

Budget e Progetti, la scelta vincente

In questo articolo approfondiamo una funzione che molti utenti Gea.Net Pro sottovalutano ma che negli ultimi tempi si sta rivelando vitale per molte organizzazioni : la possibilità di pianificare e verificare l’andamento del proprio business associandolo alla gestione dei progetti
 
La gestione del budget di Gea.Net Pro prevede di pianificare i ricavi e i costi sostenuti in un dato periodo. Il più delle volte riscontro che il budget non è gestito con Gea.Net oppure esso è indipendente dai progetti anche laddove questi sono utilizzati nei cicli attivi e passivi. Ne consegue che si ottiene una fotografia relativa all’intero processo aziendale, certamente meno granulare di quella che si avrebbe associandola ad ogni singolo progetto.

Se invece si volesse collegare il budget ad un progetto questo deve essere identificato nella tabella progetti (da gestione tabelle nel modulo archivi di base) e ogni fattura emessa o ricevuta dovrebbe essere associata al progetto di riferimento. Questa operazione è piuttosto semplice perchè si deve solo valorizzare la proprietà progetto nella scheda della fattura. E allora perchè non sfruttare questa potenzialità ? 

La voce di budget può anche essere abbinata ad una singola voce di ricavo e/o di spesa (costi vivi di acquisto di beni o servizi) ma anche ai costi di lavorazione (gestione lavorazioni del modulo Risorse Umane). 

Per ogni attività può anche essere associata una spesa/ricavo a preventivo solitamente derivata da contratti di commesse oppure (ma non necessariamente) calcolata dalle offerte e dagli ordini emessi e ricevuti. Le spese e i ricavi a consuntivo invece sono associati alle fatture, come già detto, oppure alla scheda di lavorazione giornaliera della funzione “Gestione Presenze e Tempi Lavoro”.

Sia per le attività a preventivo che per quelle a consuntivo sulla barra comandi sono disponibili funzioni per estrarre griglie di dettaglio dei documenti da cui viene derivato il calcolo. L’importo calcolato può sempre essere rielaborato e modificato dall’operatore che in questo modo potrebbe prevedere altre note di spesa o di ricavo che non sono incluse in fattura o in lavorazione. Le attività concluse possono essere segnalate come chiuse in modo da essere visualizzate solo quando richiesto espressamente. 

Per la gestione dei ricavi è possibile associare uno specifico cliente e in questo caso il budget di ricavo si intende sul singolo cliente, cosa peraltro quasi normale nella gestione delle commesse. Per contro se non viene indicato il cliente il calcolo del budget si applica all’intero fatturato sul periodo (associato al progetto o alla voce di ricavo indicata). 
Allo stesso modo, per la gestione dei costi può essere associato un solo fornitore e anche in questo caso, se indicato, verranno esaminati solo gli acquisti da quel fornitore. Per quanto riguarda la gestione delle lavorazioni si può associare  i tempi di lavorazione svolti in un solo centro di costo o da un solo collaboratore.   

Insomma la gestione Budget proposta da Gea.Net Pro è uno strumento flessibile che contiene già una buona impostazione di base e riesce a soddisfare certamente le PMI con una struttura standard. Per i palati più esigenti invece rappresenta una buona base di partenza da cui muovere per una customizzazione eccellente.

Cicli di lavorazione variabili

In questo articolo voglio analizzare un problema piuttosto ricorrente soprattutto nelle aziende che producono articoli su commessa e spesso ci si trova ad integrare uno o più componenti che assumono valore diverso in base alla lavorazione necessaria per adattarlo al prodotto.

Si aprono tre scenari diversi. Vediamo come gestirli, non solo in Gea.Net ma anche nella maggior parte dei software gestionali in commercio :

1) La casistica più semplice è quella di adattare un componente ad una serie di prodotti diversi in base alle caratteristiche di questi. In sostanza sullo stesso componente avremo una lavorazione diversa a seguito dell’uso che ne dovremo fare e del prodotto finito (o componente) in cui dovrà essere assemblato. Potrebbero esserci diverse soluzioni ma la migliore spesso consiste nel creare un codice articolo (componente) diverso per ognuno dei casi differenziando per ogni scheda articolo (componente) il ciclo di lavorazione previsto. Infatti in questo contesto si presume che i tipi di lavorazione possibile siano pochi (forse 2 o 3) e che per ogni prodotto finito si dovrà procedere sempre con la stessa. Dunque avremo tanti articoli (componenti) con valore diverso in base al loro ciclo. Nella distinta base del prodotto finito andremo ad associare quello corretto (con valore già prestabilito) che di conseguenza determinerà anche il valore del PF.

2) Se invece il costo del componente è variabile in base al prodotto finito in cui sarà assemblato pur essendo possibile stabilirlo a priori, si presume per logica che esso sia da imputare al prodotto finito. In pratica si richiede una lavorazione particolare per adattare il componente a quel determinato prodotto. Ne consegue che l’operazione più corretta è inserire la lavorazione direttamente nel ciclo del prodotto finito.

3) Più problematico è quando il costo non è neanche imputabile al prodotto finito in quanto tale, ma la lavorazione necessaria può avere costi diversi imputabile a fattori esterni (urgenza, lavorante, costo a consuntivo, ecc.). Infatti in questo scenario non è possibile determinare a priori il valore puntuale del prodotto finito e non rimane che fare una media dei costi di lavorazione, cioè nel ciclo di lavorazione del componente dovremo mettere un costo “medio” di lavorazione. In sostanza siamo in una delle due condizioni precedenti ma non possiamo determinare il costo preciso del componente (e il valore del prodotto finito) se non a consuntivo. E’ pratica scorretta, seppur spesso adottata, modificare il valore del prodotto finito solo una volta realizzato perchè questo potrebbe influire sul prezzo applicato a future offerte – che verranno prodotte in condizioni diverse – ma soprattutto perchè in una valorizzazione al costo corrente è più corretto associare un costo medio (o presunto) piuttosto che l’ultimo costo (che potrebbe essere anche notevolmente più alto o più basso di quello comunemente pagato).

 

Queste tre condizioni sono quelle che normalmente si dovrebbero presentare ma non mancano casi particolari che sarebbe bene analizzare più in dettaglio con un consulente qualora dovessero verificarsi.

Amarcord

Qualche settimana fa, sistemando il solaio, mi è capitato tra le mani un vecchio pieghevole di GEA98.
Ho deciso di pubblicare questo articolo proprio oggi che cade il ventennale della nascita.

AmarcordA1

Alcuni partner e utenti più affezionati hanno vissuto il susseguirsi delle versioni (GEA95,GEA98,GEA2002,GEA2004,Gea.Net) e anche per loro credo sia un tuffo al cuore rivisitare il passato. Un breve ricordo al link https://youtu.be/31bh39BE6Z8 .
Ma se GEA98 è il papà, Gea.Net aveva anche un nonno. Scritto in COBOL girava in ambiente DOS (quanti ricordi), non aveva un nome di battesimo perchè negli anni 80 non usava e purtroppo di lui sembra non essere rimasto niente.
Mi riprometto di cercare qualche vecchio documento o qualche vecchio PC per postare qualche memoria se possibile.
Ma com’era il mondo informatico nel 1998 ? Internet era agli albori e il software si distribuiva con il passaparola o facendo tanti KM in auto, partecipando alle fiere e facendo accordi con rivenditori locali.

Guardando il pieghevole la prima cosa che mi è saltata agli occhi sono i miei dati fiscali (Prodotto Da) presenti sul retro.
Internet esisteva da un paio d’anni ed era ancora un "gioco" per pochi smanettoni. Ad esempio .COMM, che sul pieghevole rappresenta l’azienda rivenditrice, non aveva ancora un sito e forse neanche un indirizzo email.
In particolare il link al sito web su IOL (Italia On Line) era troppo invitante per non andare a vedere se esistevano ancora quelle pagine.
Mi avrebbe fatto piacere raccontarvi che il sito era ancora al suo posto ma purtroppo il brand Digilander è stato venduto e le vecchie pagine si sono perse.
L’indirizzo email invece è ancora attivo ma non scrivetemi lì perchè non lo leggo da anni.
Anche il numero dello smartphone (allora si chiamava cellulare) è ancora lo stesso. Oggi c’è la portabilità del numero ma allora non esisteva e se sono riuscito a mantenerlo è solo perchè possedevo già un telefono per sistema GSM (i TACS con prefisso 0337 sarebbero morti nel giro di qualche anno) e non ho cambiato operatore per diversi anni.

 

AmarcordA2

Ma che dire del software. Fa tenerezza l’immagine del monitor sulla scheda articoli di magazzino ma all’epoca un file jpeg agganciato ad una registrazione era un tratto distintivo.
A chi utilizza regolarmente Gea.Net le schede risulteranno piuttosto familiari, sia come intestazione che come contenuti. Infatti tutte le tabelle popolate con le schede presenti sul volantino (clienti/fornitori, articoli/listino, documenti) sono perfettamente compatibili.
Un ultimo appunto è il fatto che questa versione ha resistito all’anno 2000 e al cambio Lira/Euro. Può sembrare banale ma l’analisi di base è del 1992 quando il cambio di secolo era abbastanza vicino ma del cambio di divisa ancora non si parlava e con la Lira i decimali non esistevano. La maggior parte dei software gestionali sono morti per l’uno o per l’altro motivo ma GEA ha resistito.

Avrei voluto postare un link per rendervi disponibile la versione di GEA98 ma mi sono accorto che su Windows 10 è piuttosto complicato farlo funzionare. Per chi fosse interessato potrei organizzare una visita guidata presso un paio di aziende che ancora utilizzano GEA2004 (un saluto ed un ringraziamento a loro per la fiducia). Infatti in un paio di realtà gira ancora in affiancamento a Gea.Net. Le schede anagrafiche e il ciclo passivo sono ancora attuali e soprattutto compatibili con le ultime versioni.
Purtroppo le modifiche di legge lo hanno reso in parte incompatibile per i moduli di magazzino e contabilità ma su vecchi PC in rete può fare ancora una parte del lavoro.
Morale : Una buona analisi paga sempre e garantisce la longevità del software.
Nel caso di GEA98 sono state solo le nuove versioni del sistema operativo a renderlo obsoleto.

Verifica Partita IVA comunitaria

La Commissione Europea mette a disposizione degli sviluppatori un servizio di verifica e controllo dell’esistenza degli operatori economici registrati presso un paese UE.
Questo permette di assicurarsi che un nuovo cliente o fornitore sia correttamente censito, evitando truffe o altri guai vendendo o comprando da aziende fantasma.
Il sistema si chiama VIES (VAT Information Exchange System – sistema di scambio di informazioni relative all’IVA).
Si tratta di uno strumento elettronico per la convalida del numero di partita IVA delle aziende registrati nell’UE per le transazioni transfrontaliere di beni e servizi.
Dal punto di vista tecnico l’interrogazione è piuttosto semplice e di seguito vediamo il codice VB.Net che restituisce le informazioni anagrafiche relative al VAT Number.
La variabile PIVA che deve essere passata alla funzione è il numero della Partita IVA con il codice dello stato che è un prefisso di due caratteri ("IT" per Italia)

 

Public ControllaPIVA_FromWebService_Dati As String = ""
Function ControllaPIVA_FromWebService(ByVal PIVA As String) As Boolean

    Try
        ControllaPIVA_FromWebService_Dati = ""

        Dim NAZIONE As String = "IT"
        NAZIONE = Mid(PIVA, 1, 2)
        PIVA = Mid(PIVA, 3)

        Dim requestUrl As String = "http://ec.europa.eu/taxation_customs/vies/services/checkVatService"
        Dim requestString As String = "<soapenv:Envelope xmlns:soapenv=""http://schemas.xmlsoap.org/soap/envelope/"" xmlns:urn=""urn:ec.europa.eu:taxud:vies:services:checkVat:types"">
<soapenv:Header/>
<soapenv:Body>
  <urn:checkVat>
     <urn:countryCode>COUNTRY</urn:countryCode>
     <urn:vatNumber>VATNUMBER</urn:vatNumber>
  </urn:checkVat>
</soapenv:Body>
</soapenv:Envelope>"
        requestString = requestString.Replace("COUNTRY", NAZIONE)
        requestString = requestString.Replace("VATNUMBER", PIVA)

        Dim wc As New System.Net.WebClient()
        wc.Headers(System.Net.HttpRequestHeader.ContentType) = "application/x-www-form-urlencoded"
        Dim HtmlResult As String = wc.UploadString(requestUrl, requestString)

        If InStr(LCase(HtmlResult), "<valid>true</valid>") > 0 Then
            Try
                Dim P1 As Integer = InStr(LCase(HtmlResult), "<name>")
                Dim P2 As Integer = InStr(LCase(HtmlResult), "</name>")
                If P1 > 0 Then
                    ControllaPIVA_FromWebService_Dati = ControllaPIVA_FromWebService_Dati + Mid(HtmlResult, P1 + 6, P2 – P1 – 6) + vbCrLf
                End If
            Catch ex As Exception
            End Try
            Try
                Dim P1 As Integer = InStr(LCase(HtmlResult), "<address>")
                Dim P2 As Integer = InStr(LCase(HtmlResult), "</address>")
                If P1 > 0 Then
                    ControllaPIVA_FromWebService_Dati = ControllaPIVA_FromWebService_Dati + Mid(HtmlResult, P1 + 9, P2 – P1 – 9) + vbCrLf
                End If
            Catch ex As Exception
            End Try

            Return True
        Else
            Return False
        End If

    Catch ex As Exception
        Return False

    End Try

End Function

La funzione interroga il servizio e se trova il codice passato restituisce i dati anagrafici che permettono di verificare l’autenticità delle informazioni in nostro possesso.
Se il servizio non trova il VAT Number, dopo avere controllato di averlo scritto correttamente (senza spazi o altri caratteri speciali), si potrebbe essere in presenza di un soggetto passivo ai fini IVA o di eccezioni che possono essere varie per i diversi stati membri.
Sulla rete queste casistiche si trovano ben documentate nei siti istituzionali dei vari paesi.
Per l’Italia si veda https://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/nsilib/nsi/contatta
In particolare se si è certi che la partita IVA è formalmente corretta ma non viene riconosciuta, l’attività potrebbe essere cessata o trattarsi di azienda individuale o associazione no profit.

Possiamo concludere dicendo che il mancato riscontro non è garanzia di azienda non registrata mentre è vero il contrario, ovvero che se il servizio risponde fornendo i dati anagrafici del soggetto possiamo operare tranquillamente.

Google Apis e le traduzioni automatiche

Nelle settimane scorse ho fatto un grosso lavoro per rendere Gea.Net disponibile in varie lingue. Come base di partenza ho sfruttato un servizio di Google Traduzioni che con poche righe di codice ha fatto il grosso del lavoro. Di seguito trovate le poche righe Vb.Net necessarie per consumare il servizio.

Function Traduci_DaGoogleApis(ByVal Text2Translate As String, SourceLang As String, TargetLang As String) As String

    Try
        Dim outputFile As String = "C:\TEMP\TRANSLATE_GOOGLEAPIS.TMP"
        Dim requestUrl As String = "https://translate.googleapis.com/translate_a/single?client=gtx&sl="
        requestUrl = requestUrl + SourceLang
        requestUrl = requestUrl + "&tl=" + TargetLang
        requestUrl = requestUrl + "&dt=t&q=" + Text2Translate

        Dim wc As New System.Net.WebClient()
        wc.Headers.Add("user-agent", "Mozilla/5.0 (Windows NT 6.1) AppleWebKit/537.36 " +
                                      "(KHTML, like Gecko) Chrome/41.0.2228.0 Safari/537.36")
        wc.DownloadFile(requestUrl, outputFile)

       Dim TextOut as string = [TESTO RICAVATO DA OUTPUTFILE]

        Return TextOut

    Catch ex As Exception
        Return Text2Translate
    End Try

End Function

Il servizio offerto è veramente favoloso ed è gratuito però per fare un bel lavoro non bisogna accontentarsi degli automatismi.

Per quanto veloce (la risposta del servizio è veramente più che soddisfacente) per tradurre una serie di testi come possono essere quelli presenti su una schermata o su una stampa, il servizio deve essere interrogato decine o centinaia di volte e questo implica che il caricamento richieda qualche secondo, tempi non accettabili per l’utente. Le soluzioni possono essere diverse ma in Gea.Net abbiamo scelto di richiedere la traduzione di un testo solo se non già precedentemente tradotto, salvando in locale la traduzione. Questo ci ha permesso di rispondere in modo soddisfacente anche al problema che segue.

Gli algoritmi di traduzione automatica si stanno affinando e pur avendo già raggiunto un buon livello di affidabilità, non sono ancora in grado di competere con la traduzione svolta da un umano. Salvare il testo tradotto in un database (o in un file di testo come abbiamo preferito fare in Gea.Net) permette di ritrattarlo traducendolo correttamente laddove il robot fallisce.

Il terzo problema nasce dalla punteggiatura o dai CRLF che il servizio interpreta in modo non ottimale costringendo a creare un algoritmo di transcodifica più complesso. In Gea.Net ci siamo inventati dei simboli che passati al traduttore questo ignora. Quindi abbiamo sostituito il CRLF con “;;” , il doppio apice con l’apice singolo ecc. Naturalmente deve essere reinterpretata al contrario la stringa tradotta.

L’ultimo problema, ma di sicuro quello di più difficile soluzione, è stato fare digerire al traduttore tutte le parole abbreviate o le sigle di uso corrente. Infatti il robot non traduce (giustamente) le parole che non capisce, così la stringa “N.” deve essere convertita in “Numero” prima di essere inviata al traduttore e per contro dovrà essere ritrattata nella stringa di ritorno. Chi scrive software sa che per ragioni di spazio a video e su carta, non è possibile rinunciare alle abbreviazioni. Anche in questo caso la soluzione adottata in Gea.Net è stata quella di mettere filtri prima e dopo la traduzione.

Quello che invece ho maggiormente apprezzato è la traduzione delle frasi. A tutti sarà capitato di leggere una pagina web tradotta dall’inglese e questo all’inizio mi lasciava piuttosto scettico. L’operazione inversa (da italiano ad inglese) è decisamente migliore. Forse dipende dalla maggiore complessità della lingua italiana, forse è il miglioramento degli algoritmi, fatto sta che se la frase di origine non è ambigua o contiene termini di dubbia interpretazione la traduzione è corretta. In definitiva, nella ritrattazione delle stringhe tradotte abbiamo speso maggiori risorse a tradurre i testi di 4-5 parole che le frasi più lunghe.

Per concludere

L’esperienza è stata positiva e se si deve tradurre un software o anche un testo tecnico conviene certamente partire da qui ma occorre mettere in conto la revisione dei testi tradotti. Se durante la stesura dei testi originali avete già in preventivato di passare per una traduzione automatica, pensate come un robot fin dall’inizio. Più siete stati chiari nel testo di origine, meno lavoro dovrete fare dopo.

Bentornato SMAU

Era da qualche giorno che mi ripromettevo di scrivere due righe riguardo a SMAU.

Chi ha qualche anno di più identificherà SMAU con la fiera dell’informatica che si teneva a Milano a fine settembre (se ricordo bene).
Nei primi anni un evento per nerds che con il passare del tempo si era trasformato in un grande baraccone.
Pochi affari, costi alti per gli espositori, flotte di ragazzini alla ricerca di gadget. Il giusto mix per fare collassare il tutto.
Ricordo di avere partecipato come espositore uno degli ultimi anni. Sei giorni nelle vicinanze dello stand Mediaworld il cui business si basava sulla vendita di PC multimediali.
SMAU morì senza rimpianti nel giro di due anni ad inizio di questo secolo.

Ora SMAU è rinato da qualche anno ma di quella fiera mantiene solo il nome.
Niente più hardware (e poco software), solo servizi.
Gli espositori sono per lo più piccole aziende che hanno un know-how da proporre o Start Up alla ricerca di finanziatori.
Piccoli stand con una sedia, una scrivania e un PC, workshop di 50 minuti, diretta streaming per chi si vuole fare conoscere in tre minuti.
Durata dell’evento 2-3 giorni, visitatori in continua crescita, tutta sostanza e poco fumo negli occhi.
Si può andare alla ricerca di un idea da riproporre su larga scala o di uno stimolo per svilupparne una nuova.
Ma il vero punto di forza credo sia che si tratta di una fiera itinerante che si muove sia in Italia che all’estero, riservando ad ogni evento la centralità ai settori che sono maggiormente presenti sul territorio limitrofo.

Ringrazio la Regione Emilia Romagna per l’opportunità che mi è stata riservata e invito tutti a consultare https://www.smau.it . Un giro merita di essere fatto.

Fattura Elettronica tra Privati : Facciamo il punto

Ci stiamo avvicinando a grandi passi ad una scadenza epocale che cambierà il modo di lavorare delle organizzazioni italiane dal 1 Gennaio 2019 e che sarà anche un banco di prova di digitalizzazione dei documenti per tutta l’Europa.
Infatti i partner europei guardano con favore al tentativo di eliminare i documenti cartacei (non più considerati validi dal 2019), non solo per combattere l’evasione in Italia ma anche e soprattutto per snellire le burocrazie.

Sarà così semplice ? Molti addetti ai lavori nutrono qualche dubbio. Non tanto sulla riuscita, ma sui tempi di applicazione. Raccogliere la mole di documenti generati da 4 milioni di aziende, in un primo momento rischia di fare saltare il sistema creando disservizi o blocchi operativi.

Un primo test lo avremo il 1 Luglio quando scatterà la fatturazione elettronica obbligatoria per le cessioni di benzina e carburanti con la conseguente eliminazione della scheda carburanti. A fronte di un relativamente piccolo numero di documenti, come destinatari saranno coinvolte la maggior parte di aziende e professionisti.
A settembre si potrà correggere il tiro e rendere obbligatoria la e-fattura tra privati in modo graduale, magari per dimensione aziendale, o esentare alcune categorie (al momento risultano esenti le partite IVA in regime dei minimi).

Ma dal momento dell’entrata in vigore, qualsiasi fattura prodotta diversamente (in carta o altri formati) o che non viene inviata secondo i canali stabiliti sarà da considerare "non emessa".

Ma cosa cambierà in concreto ?
Per tutte le aziende che già lavorano con la PA cambierà solo il volume delle attività perchè nel peggiore dei casi potranno utilizzare lo stesso processo anche se saranno possibili anche modalità più dirette e semplificate.
Inoltre riceveranno le fatture passive nel proprio cassetto fiscale e questo dovrebbe essere un vantaggio in termini operativi.

Quelle che invece non hanno ancora operato con il Sistema Di Interscambio, cioè la piattaforma dell’AdE che gestisce le fatture elettroniche, potranno cominciare a documentarsi leggendo la circolare n.8/2018 dell’AdE del 30 Aprile 2018

Sono contenute regole e modalità che quasi certamente saranno riviste ma è già apprezzabile il tentativo di semplificazione che si cerca di dare.
Saranno resi disponibili strumenti gratuiti (una procedura web, una app e un software da installare su pc) oltre ai software di mercato che si dovranno adeguare alle nuove direttive. Sul sito dell’AdE è già disponibile e sarà potenziato il servizio di ricerca, consultazione e acquisizione (SdI).
Ogni soggetto abilitato all’inoltro e alla consultazione dovrà essere identificato attraverso protocolli sicuri per poter accedere alla propria area di competenza.
I servizi saranno resi accessibili identificandosi con lo SPID, usando le credenziali Fisconline/Entratel tramite la Carta Nazionale dei Servizi (Cns), mentre per accedere all’app occorrerà essere abilitati a Fisconline/Entratel.
Questo significa che, chi ancora non l’avesse, potrebbe anticipare i tempi richiedendo lo SPID presso Poste Italiana o attraverso diversi operatori on line.

Tra i servizi che saranno particolarmente graditi vi è la possibilità di adesione alla conservazione dei documenti (anch’esso gratuita) che avrà validità non solo fiscale ma anche civilistica.
Nella propria area autenticata sarà possibile generare un QR-Code contenente i dati necessari dei fornitori (probabilmente a partire dal codice fiscale), funzionalità che dovrebbe migliorare l’operatività soprattutto in aziende della grande distribuzione.

Un’altra importante novità è la possibilità di inviare le fatture emesse via PEC.
Per inoltrare le fatture via PEC sarà sufficiente inoltrare una richiesta via email scrivendo ad un indirizzo di posta elettronica dell’AdE che sarà reso pubblico nei prossimi mesi. Come risposta si riceverà un secondo indirizzo a cui dovranno essere inviate le fatture semplicemente allegandole ad un messaggio.
Questa procedura, che può sembrare farraginosa, è necessaria per evitare sovraccarichi permettendo di bilanciare le attività su più server.
La possibilità di invio tramite PEC sarà certamente apprezzata soprattutto da professionisti o piccole aziende perchè più snella per chi emette poche fatture e si eviterebbe di firmare digitalmente il file inviato, essendo la PEC uno strumento considerato sicuro.

Un’ultima considerazione è doverosa e riguarda un punto che deve certamente essere migliorato. Dalla prima bozza l’AdE si prende un tempo tecnico eccessivamente lungo per accettare/rifiutare il file ricevuto (fino a 5 giorni). Anche se a regime i tempi miglioreranno, non sono tollerabili attese che superano i pochi secondi. Infatti in caso di rifiuto del sistema, le fatture sono da considerare “non emesse” e pertanto non possono essere eseguiti ne i pagamenti ne le scritture contabili. Facile immaginare quali frustrazioni, disservizi e perdite economiche si verificherebbero nel caso il flusso, magari contenente l’intera fatturazione mensile, fosse rifiutato 4-5 volte.

Al momento queste sono le poche notizie trapelate ma si tratta di un work in progress che presumibilmente terminerà negli ultimi giorni di dicembre.

Per concludere
Molta è la preoccupazione originata dalla novità che ci attendono e questo articolo era doveroso per cercare di fare un po’ di chiarezza agli utenti di Gea.Net che si può considerare già conforme nella versione attuale (5.3).
Infatti, salvo modifiche di legge degli ultimi giorni che auspicabilmente non ci saranno, non sussistono incompatibilità con il tracciato XML delle fatture elettroniche emesse verso privati già in vigore dal 2018.
Dal punto di vista operativo creare il flusso XML si traduce in un clic esattamente come creare un PDF o una stampa.

In ultima analisi possiamo dire che molti saranno i benefici a discapito di qualche cambio operativo necessario.
Cercando di semplificare, le nuove incombenze si concretizzano in due soli punti :

  1. le fatture attive dovranno essere inviate via PEC allegando un file XML invece che un PDF, sempre che non risultino più comodi altri sistemi
  2. le fatture passive si riceveranno sulla propria area del SdI (e presumibilmente anche via PEC) invece che su normale posta elettronica e via posta

Ci saranno procedure da affinare e alcuni ostacoli da superare ma forse non tanti come potrebbe sembrare.